Rai: è crisi?

La Rai è come bloccata; ci vorrebbe una svolta vera, anche perché c’è la sensazione che i “nemici” del Servizio pubblico aumentino.
La situazione di difficoltà non è nuova in quanto la Rai è sempre in “crisi”. Se vince negli ascolti viene criticata per la programmazione troppo commerciale, se perde negli ascolti viene accusata di incapacità. Le opposizioni la criticano per essere troppo filo-governativa, il governo per non rappresentare adeguatamente i cambiamenti attuati.
Con queste premesse, va sottolineato che la Rai attraversa una delicata fase nella quale i problemi di bilancio e l’urgenza di autodefinirsi nel ruolo di servizio pubblico potrebbero mettere a rischio la sua storica integrità.
Nei primi mesi dell’anno, i ricavi pubblicitari sono scesi rispetto all’anno precedente di -4% (contro +4% di Mediaset). La ripresa della pubblicità, agevolata anche dalle recenti agevolazioni fiscali per gli inserzionisti, non è stata intercettata dalla Rai. Considerando che i ricavi da canone dovrebbero rimanere stabili, l’azienda dovrebbe chiudere l’anno con un calo dei ricavi. Il problema è che i costi potrebbero crescere sopra le previsioni.
Ma è la programmazione che impensierisce di più. Il palinsesto è sostanzialmente immutato da anni: si salvano le fiction, settore che ormai è un marchio di fabbrica dell’azienda pubblica che andrebbe assolutamente tutelato (perché non creare una società ad hoc?). Per il resto è un ripetersi dei soliti generi e personaggi; le novità sono veramente limitate: cambia Rete4, possibile che non possono cambiare le tre reti storiche della Rai?
Un servizio pubblico, tanto per fare un esempio, si qualifica anche per l’approfondimento quotidiano dopo il Tg serale; ma non c’è un simile programma di qualità su Raiuno dai tempi di Enzo Biagi, mentre c’è da tempo su La7 (8,5) e ora su Rete4 (Stasera Italia). Il servizio pubblico dovrebbe incentivare il confronto fra i leader e limitare le interviste dirette.
Aleggia inoltre di nuovo su viale Mazzini il noto quarantennale “conflitto d’interessi”?
Se è vero, ce ne accorgeremo dall’andamento della pubblicità e degli ascolti, con Rai penalizzata. Vedremo quali scelte saranno fatte in tema di alleanze con l’altro grande operatore, Sky, e di politiche industriali (come per esempio la partecipazione di RaiWay al polo unico delle Torri).
Al nuovo vertice spetta un compito gravoso: speriamo che trovi la forza e l’autonomia per fare scelte coraggiose, tali da smentire lo scetticismo con il quale è stato accolto da diversi osservatori per il ripetersi delle logiche partitocratiche nella nomina dello stesso vertice.