Calcio e Potere

L’analisi dei dati di bilancio della stagione 2017-18 conferma quel che è noto a tutti: la società Juventus è un’eccellenza.

È eccellente innanzitutto come società, per esempio di recente è entrata nella top30 delle società quotate ed inoltre perché è stata la prima a realizzare, nel 2011, lo stadio di proprietà. Lo è, di riflesso, come squadra, visti i successi a ripetizione nel campionato. Il divario con le altre società sembra incolmabile, anche perché la proprietà della Juve è mossa dalla passione per la squadra. Il binomio business- passione è prerogativa da sempre del management della Juve e da questo binomio trae forza (casi simili si sono verificati con Berlusconi ed il Milan, con Moratti e l’Inter, periodi nei quali, guarda caso, le due società milanesi sona state vincenti).

Nel sistema-calcio sembra esserci una sorta di “monopolio concorrenziale”, nella forma ci sono vari competitor, ma il vincitore è sempre lo stesso. Il gioco del calcio implica la competizione, se manca c’è il rischio che il calcio perda appeal: è questo il limite dell’attuale situazione, campionato senza vero agonismo!

Nel primo grafico è messa in evidenza la classifica finale del campionato e i ricavi (comprensivi delle plusvalenze) delle sei principali squadre. La Juve ha ottenuto i maggiori ricavi, 505milioni. L’Inter è seconda per ricavi, 346milioni, e quarta nella classifica del campionato; il Napoli è quinto per ricavi e secondo nella classifica; la Lazio ha il 56% dei ricavi dell’Inter ed ha ottenuto gli stessi punti nella classifica. Napoli e Lazio confermano una “produttività” (se così si può chiamare) superiore.

Il secondo grafico espone la composizione percentuale delle varie tipologie di ricavi delle sei squadre. La voce più consistente sono i diritti televisivi (la riforma ha reso solo un po’ più equa la ripartizione), ricavi che incidono maggiormente per Napoli e Roma. Rimane alto il peso delle plusvalenze; ammontano a 94 milioni per la Juve (il 19%). Le plusvalenze sono una sorta, peraltro consentita, di artificio contabile (realizzato tramite la continua compra-vendita dei calciatori spesso senza reali finalità sportive) che aiuta le società a far quadrare i conti: il fatto che se ne faccia uso in abbondanza è un segnale che il sistema-calcio sia in difficoltà. I costi complessivi delle sei squadre sono aumentati di +10%, passando da 1.685milioni a 1.854, quelli della Juve ammontano a 506milioni. La Gazzetta dello Sportsegnala anche che a fronte della lievitazione di costi determinati dall’acquisto di Cristiano Ronaldo, l’indebitamento netto finanziario della Juve è arrivato alla fine dell’anno scorso a 384milioni e ciò ha indotto la società a lanciare un bond internazionale di durata quinquennale di 175milioni. È probabile che nessun’altra società abbia un assetto societario atto a poter effettuare una simile operazione finanziaria!

Quale conclusione trarre? I dati confermano che la Juventus è una sorta di società modello, al pari dei più grandi club europei, però ci si augura che, per il “bene” del sistema-calcio, aumenti la competitività fra le squadre, compito di cui si dovrebbe far carico il “governo” del calcio.

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