Advertising in Italia

Il mercato pubblicitario dell’area classica, settore composto dai tradizionali mezzi di comunicazione, è diminuito dal 2010 di -30%; continua il trend negativo iniziato dagli anni duemila.

Le difficoltà dell’economia ed il calo dei consumi delle famiglie hanno causato il calo della spesa pubblicitaria da parte degli inserzionisti. Va aggiunto anche l’invecchiamento della popolazione, la diminuzione delle nascite, la “scomparsa” del ceto medio oltre alla difficoltà dei giovani di trovare una occupazione stabile e formare una famiglia frenano i consumi di massa, mentre si dilazionano nel tempo gli acquisti per i beni strumentali (esempio l’automobile, gli elettrodomestici). I consumatori, spesso condizionati dall’esiguo bilancio, sono spinti agli acquisti più che da motivi a carattere emozionale dalla convenienza economica dei prodotti (gli “assalti” ai saldi lo dimostrano così come la diffusione degli hard discount). In questo contesto sono più apprezzati i comunicati che informano sui prodotti, e il classico “passa parola” diventa la chiave del successo.

La situazione cambia se si tiene conto anche del Digital delle OTT, segmento di mercato che solo da pochi anni viene stimato. Il totale mercato diminuisce solo di -1% rispetto all’anno precedente.

Le OTT (Over The Top) sono le piattaforme di servizi e contenuti che dominano il mercato globale del web: sono Google (il fatturato del gruppo americano è pari a 120mld di euro), Amazon (203miliardi), Facebook, Twitter, Instagram ed altri.

Cambiano le gerarchie fra i mezzi pubblicitari.

La Tv ha ora una quota di mercato del 43%, il digital nel suo complesso (quello delle OTT e quello tradizionale, come i siti d’informazione) del 40%. Il mercato è quindi dominato dai due mezzi, ma mentre la Tv è in fase calante, il Web cresce di continuo. La Tv ha trasformato i cittadini in consumatori, il web li sta cambiando in veri e propri acquirenti, visto lo sviluppo degli acquisti online.