Tv e Covid
Gli ascolti della televisione sono aumentati dall’inizio dell’emergenza sanitaria: si sono distinte le fiction ed ovviamente i programmi d’informazione e gli speciali legati all’epidemia. Il lockdown, com’era prevedibile, ha ampliato di molto la platea televisiva: più 5,5milioni di spettatori, +22% nei mesi di marzo-aprile rispetto allo scorso anno; si è così invertita la tendenza che vede da diversi anni un costante calo del pubblico televisivo (-8% negli ultimi dieci anni).
L’emergenza sanitaria fa diminuire anche diversi costi di gestione, diminuzione che compensa il calo dei ricavi pubblicitari. In particolare incide il rinvio di importanti eventi sportivi e dei relativi costi per i diritti, il rinvio delle produzioni di fiction, la diminuzione delle trasferte e così via.
Ad emergenza finita, per la Tv la situazione cambierà.
La competizione fra i principali operatori si acutizzerà ancor più, anche per frenare l’emorragia del pubblico dal grande schermo verso il web. I costi per i diritti riprenderanno a lievitare perché solo con i grandi eventi (dal calcio alle serie Tv ed alle fiction) si conquista il pubblico. Nel contempo le Tv dovranno convivere con l’handicap che la pubblicità potrebbe ulteriormente decrescere, data la crisi economica ed il crollo dei consumi delle famiglie a seguito della pandemia. Per cui la forbice fra costi e ricavi potrebbe dilatarsi a vantaggio dei costi. Quale sarebbe la conseguenza? Gli spazi di mercato, già ora ristretti, si restringerebbero e gli operatori potrebbero contrarre gli investimenti per la programmazione, con la possibilità che una Tv ‘povera’ allontani il pubblico e la pubblicità.
Le prospettive per la Tv dipendono, come per gli altri mezzi di comunicazione, dalla ripresa degli investimenti pubblicitari: è possibile che ciò possa avvenire nel breve periodo?